Cerca search

La storia di Intex completa

L’ex Lanificio Beaupain di Sarcedo, oggi frazionato in più attività lavorative, rappresenta l'edificio più a meridione costruito sul canale Mordini vicino alla strada Gasparona che dal paese porta a Breganze. Sono tante le trasformazioni subite nel corso dei secoli dagli edifici e dalle diverse attività svolte in quel luogo: le prime testimonianze risalgono al XIV secolo, quando si fa risalire la nascita di una segheria, poi trasformata in un mulino. A questo si aggiunge una cartiera nel 1648. Infine, l'area diventa nel 1885 un lanificio. Nel 1300, in data non identificata, nasce una segheria successivamente trasformata in un mulino per la macina del grano. In un disegno del 1557 tracciato dal perito Giacomo Gastaldo si vede, infatti, un mulino a due ruote azionate dall'acqua della roggia Verlata con la scritta “Mulin de l’Astego” e a fianco “Contrà della Sega”. Passando di proprietà in proprietà il mulino termina di funzionare dopo il 1865, anno in cui viene realizzato il canale Mordini che assorbe nel suo alveo l'arco di diverse rogge, compresa la Verlata. I fratelli Gio Batta e Alessandro Beregan, proprietari del “Mulin de l’Astego”, il 25 giugno 1648 ottengono la facoltà di costruire una cartiera di fronte al loro mulino dell'altra parte della roggia Verlata. Da questo momento in poi la cartiera subisce vari passaggi di proprietà. Significativa la data del 1885 quando, dopo la divisione dei beni tra i fratelli, unico proprietario diventa Giovanni Ranzolin che, già operante a Thiene nel settore tessile con uno stabilimento ben avviato, decide di dare anche all'area sarcedense una svolta: abbandonare la produzione cartaria e passare a quella laniera. La “Ditta Giovanni Ranzolin” diventa così la maggiore azienda laniera nel Thienese e dintorni. L'aumento della domanda spinge Ranzolin ad investire in nuovi macchinari, ad aumentare la manodopera operaia e ad affittare la parte della fabbrica riguardante la filatura a tecnici e dirigenti di provata esperienza di provenienza lombarda e belga. La direzione della tessitura passa così nelle mani del belga Leone Beaupain. Il 9 febbraio 1899 Nereo Ranzolin, figlio di Giovanni, proprietario della “Ditta Giovanni Ranzolin”, chiede di variare, con aumento della forza motrice, la sua investitura d'acqua dal canale Mordini derivato dall’Astico, per animare il lanificio di Sarcedo. L’azienda viene venduta il 1° ottobre 1908 a Leone Beaupain per 200.000 lire. Il 14 gennaio 1909 Antonio Ferrarin avvia la “Società Anonima Lanificio Angelo Ferrarin” con lo scopo di acquisto e vendita di lane, filati e loro derivati, nonché di filatura, tessitura e tintoria. Entrano in questa società il lanificio Ranzolin diretto dell'industriale Beaupain e altri industriali veneti e milanesi. Il 23 settembre 1913 Leone Beaupain si stacca e costituisce la società in accomandita semplice “Lanificio Leone Beaupain & Company” della quale diventa unico gerente responsabile. Nel 1917, con l'arrivo della Grande Guerra, la tessitura viene occupata dalle truppe inglesi la famiglia Beaupain si trasferisce a Milano dove rimane fino alla conclusione del conflitto. Rientrato a Sarcedo, Leone Beaupain rimette in moto la tessitura e investe in telai più moderni. La produzione aumenta e si incrementano le assunzioni. Il lanificio dispone in questo momento tutte le fasi di lavorazione (binatura, ritorcitura, tessitura, tintoria e finissaggio), nonché di di una centrale idroelettrica, magazzini di stoccaggio, spedizione dei tessuti e uffici amministrativi. Gli affari vanno bene: arrivano commesse dall'esercito di coperte e di tessuti per le divise degli ufficiali dell'Aeronautica militare; dal Vaticano di tessuti per le vesti di sacerdoti, suore e altri ordini religiosi. Con la Seconda guerra mondiale la produzione non si ferma, anche perché la maggior parte del personale è composta da donne. La fabbrica, inoltre, non subisce bombardamenti. Al termine del conflitto la tessitura aumenta ancora la sua produzione: Beaupain decide di ampliare lo stabilimento e di assumere altri operai. Gli anni ‘50e ‘60 rappresentano il periodo di maggior sviluppo dell'edificio con l’ulteriore aumento del personale: Beaupain cerca lavoratori prima di tutto a Sarcedo, andando alla scuola di cucito e ricamo gestita dalle suore dove prende le ragazze più brave ma anche le più bisognose. In molti casi due o tre membri della stessa famiglia lavorano per lui nei vari turni, situazione che diventa importante per l'economia del paese. Il commendatore muore il 14 ottobre 1966, a 84 anni, e con lui si chiude la grande era del “Lanificio Beaupain”. L’edificio ritornò in auge nel 1987, quando dall’idea di due compagni di classe nacque l’INTEX, riportando in vita il maglificio manufatto, area archeologica indiscutibile, rispettando prima di tutto la struttura dell’edificio. 

Immagini